Avete mai sentito parlare del sampuru? A noi occidentali potrebbe fare un po’ impressione l’idea, ma sostanzialmente è cibo finto, in plastica, ed in Giappone lo usano da sempre. Dove? Lo espongono, semplicemente, fuori dalla maggior parte dei ristoranti con tanto di descrizione della vivanda.
Il sampuru ha una funzione estremamente semplice: è una riproduzione perfetta, nel minimo dettaglio, del cibo che viene servito all’interno del locale o del ristorante. Di solito vengono rappresentati tutti i piatti, o almeno quelli più importanti. Una sorta di menù fatto a 3D, grazie al quale chiunque può farsi un’idea di cosa mangiare, compresi gli stranieri che non conoscano la (certamente non semplice) lingua giapponese. Oltre a questa funzione, il sampuru invoglia anche i clienti ad entrare ed ordinare il loro piatto.
L’idea nasce nel 1917 da un imprenditore, Takizo Iwasaki, che rimase colpito dalle infinite possibilità della cera e della sua moderazione. Cominciò quindi a riprodurre cibo in cera e da allora l’80% degli esempi di sampuru vengono proprio dalla sua fabbrica. Oggi però non si usa più la cera, che può sciogliersi, ma materie plastiche. Insomma, il sampuru è una vera arte che affascina davvero tutti, non solamente i turisti in visita all’isola nipponica.