Quando si inizia un nuovo percorso di dieta, si tende naturalmente ad esaminare moltissimi fattori, uno su tutti è ovviamente inerente alla qualità ed alla quantità di cibo, perchè è naturalmente conosciuto che è soprattutto questo ad impattare sul peso specifico ma anche sul comportamento dell’organismo stesso in tutti i casi. Tra gli alimenti quasi culturalmente interpretati come leggeri o addirittura dietetici figurano le fette biscottate, che sono spesso anche consumate come sostitute del pane. Ma le fette biscottate sono finite da tempo tra gli alimenti “poco adatti” al consumo secondo vari nutrizionisti fanno male e molti pensano che fanno effettivamente ingrassare.
Ma esattamente quali sono le potenziali “abilità poco sane” delle fette biscottate nell’ambito generale?
Quando possono fare male e quando invece possono essere considerate sufficientemente sane? Ecco cosa contengono questi diffusi alimenti.
Le fette biscottate “sotto esame”: fanno ingrassare? Ecco il parere del nutrizionista
La fetta biscottata è un alimento diffuso da anni, composto e derivato dai cereali di vario tipo che può esere duro, raffinato o integrale, anche se sono sempre più diffuse nell’ambito nutrizionale anche con alternative come cereali diversi, ad esempio quinoa, cereali integrali o riso soffiato per fare qualche nome.
Derivano probabilmente dalla cultura tedesca e sono impiegate da oramai moltissimi contesti soprattutto a colazione e spesso anche come sostituti del pane. Rispetto a quest’ultimo risulta essere un alimento più ricco ma anche maggiormente calorico (100 grammi di fette biscottate possono essere anche fonte di più di 400 calorie) e più ricco di zuccheri.
In generale la qualità odierna di questi prodotti, in media è abbastanza alta da permettere un consumo anche giornaliero per chi non soffre di particolari problemi, consumo che però non dovrebbe eccedere oltre le 2-3 fette biscottate magari accompagnate da alimenti diversi come yogurt o latte. Sono tendenzialmente meno sazianti di altri alimenti derivati dalle farine. Non sono adatte ad essere considerate delle sostitute del pane essendo quindi potenzialmente più ingrassanti e problematiche da questo punto di vista.
Però molto dipende molto dalla qualità e dalla tipologia: dovendo farne uso costante per scelta o per necessità, è meglio optare per varianti con farine integrali e che magari contengono altri tipi di cereali al loro interno, dando sempre un occhio all’etichetta, scegliendo quindi quelle con un apporto calorico mediamente inferiore a quanto evidenziato poc’anzi.
Non sono da detronizzare ma neanche da consumare “a spron battuto” considerandole dietetiche, definizione che non è semplicemente attinente alla realtà.