Gli insetti commestibili sono il futuro?

Argomento decisamente controverso, a causa delle nostre abitudini alimentari che si discostano molto da quelle di molti paesi orientali, ma sempre più discusso, vista la drammatica situazione climatica del pianeta e gli effetti dannosi dell’allevamento intensivo. La FAO, Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, promuove il consumo di insetti puntando sul loro valore nutritivo. Questa scelta aiuta anche a preservare le risorse ambientali. Si prevede che la popolazione mondiale raggiungerà i 9 miliardi entro il 2050, il che raddoppierebbe la domanda di proteine. Per soddisfare questa esigenza, l’allevamento di insetti commestibili è l’ideale perché richiede poche risorse, a differenza della carne, e può essere utilizzato per nutrire pesci e pollame d’allevamento. Se vi state ancora chiedendo se gli insetti commestibili siano sani e abbiano un reale vantaggio ecologico, in questo articolo chiariremo ogni dubbio.

Perché gli insetti commestibili fanno bene al pianeta?

La carne è uno degli alimenti più inquinanti per il nostro pianeta. L’allevamento intensivo di polli, bovini e altri animali emette una grande quantità di gas serra. Inoltre, utilizza l’8% delle riserve idriche mondiali. Tra le conseguenze di questi metodi di allevamento possiamo citare il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità e la deforestazione. Nonostante questo, attualmente la carne occupa un posto importantissimo nella nostra dieta. È infatti una fonte di aminoacidi e proteine.

In risposta all’inquinamento generato dalla produzione di carne, alcuni consumatori si stanno orientando verso le proteine ​​vegetali o quelle a base di soia. Tra queste alternative, gli insetti commestibili rappresentano una buona opzione, in particolare per l’ambiente. Il loro allevamento richiede pochissimo spazio, una risposta rilevante alla carenza di terreni agricoli che probabilmente dovremo affrontare a causa dei 9 miliardi di abitanti previsti per il 2050.

Uno dei maggiori vantaggi dell’allevamento di insetti commestibili è la bassa quantità di risorse necessarie per la loro produzione. Per produrre 1 kg di proteine ​​dagli insetti sono necessari pochissimi alimenti e acqua. Questo è un vantaggio significativo, poiché 1 kg di carne bovina richiede 22.000 litri di acqua. Uno studio sul rendimento proteico effettuato comparando insetti commestibili e bestiame, ad esempio, supporta quanto abbiamo detto finora: la produzione di 1 kg di locuste richiede in media solo 1,7 kg di cibo, mentre la produzione di 1 kg di carne di manzo richiede 10 kg di cibo. Chiaramente, queste cifre possono variare a seconda della modalità di produzione, ma coltivare insetti per sostituire il bestiame è comunque molto meno dispendioso in termini di risorse e molto più ecologico.

Inoltre, gli insetti commestibili non rilasciano sostanze nocive. Questo è tanto più importante quando sappiamo che le mucche emettono metano, un gas responsabile del riscaldamento globale. La proporzione di ammoniaca e gas serra emessi dagli insetti commestibili è molto inferiore a quella prodotta dai maiali o dai bovini.

Infine, l’allevamento degli insetti offre l’opportunità di ridurre notevolmente la massa dei rifiuti prodotti. Non è necessario coltivare la terra per nutrirli, poiché la loro dieta consiste in letame, liquame e rifiuti organici.

Insetti commestibili, un apporto nutritivo significativo

Le proprietà nutritive degli insetti commestibili sono eccezionali. Le loro larve contengono acidi grassi, fibre, vitamine e minerali. Inoltre, queste specie hanno un alto contenuto proteico. Uno studio della FAO stima tra il 30% e il 65% la percentuale di proteine ​​contenute in queste specie. Rispetto alla carne bovina, la cui percentuale è stimata tra il 19% e il 26%, gli insetti commestibili sono quindi più ricchi di apporto nutritivo.

Per esempio, un grillo ha 3 volte più proteine ​​​​del manzo, a parità di peso. Inoltre, 100 grammi di questi insetti commestibili sono sufficienti per soddisfare il fabbisogno proteico di una persona adulta che pesa 70 kg. D’altra parte, 20 grammi di locuste cotte hanno lo stesso apporto energetico di 110 grammi di bistecca.

Va inoltre notato che le proteine ​​contenute negli insetti commestibili sono complete. Difficile dire lo stesso per le proteine ​​vegetali che presentano carenze di lisine, nel caso dei cereali, o di cisteina e metionina per quanto riguarda i legumi.

Quali sono gli insetti commestibili?

Sul sito web della FAO c’è un elenco di quasi 2000 insetti il ​​cui consumo non presenta alcun rischio. Le popolazioni inclini al consumo di insetti si trovano tipicamente in America Latina, Asia e Africa. Secondo dati recenti, formiche, vespe, api, bruchi e coleotteri sono gli insetti più consumati in generale. Oltre a queste specie è possibile consumare anche insetti quali:

  • Vermi della farina: il loro allevamento non è pericoloso e il loro valore nutritivo dipende dal modo in cui sono stati nutriti.
  • Grilli: la specie Acheta Domestica è la più adatta al consumo umano.
  • Termiti: sono apprezzate in Africa per il loro contenuto calorico; possono essere fritti, salati o arrostiti.
  • Anche cavallette, cicale, locuste, mosche, libellule o scarafaggi appartengono alla famiglia degli insetti commestibili.

Insomma, con questa panoramica crediamo di avervi dato alcuni spunti per approfondire il mondo degli insetti edibili, inseriti dall’Unione Europea tra i Novel Food e sempre più consumati anche in Italia: sarà il cibo del futuro o resteremo fedeli alle nostre tradizioni alimentari?

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