L’estate è finita e abbiamo aperto le porte all’autunno una stagione ricca di frutta, verdura e prodotti eccezionali come i funghi. Il maltempo registrato negli scorsi mesi ha provocato fastidi a chi aspetta un anno intero per le ferie ma ci sono buone notizie da parte di Coldiretti. Il pazzo meteo estivo ha creato le condizioni favorevoli per la crescita dei funghi e già si parla di stagioni da record per quantità e qualità.
Perché la pioggia fa bene ai funghi
I cercatori di funghi sono già tornati a casa con i cestini pieni di prodotti e dopo un 2017 negativo, la stagione dei funghi 2018 non deluderà appassionati e produttori. Le perturbazioni estive hanno causato danni alle coltivazioni agricole ma non ai funghi anzi, ne hanno favorito lo sviluppo. I funghi sono “organismo eucarioti” e richiedono condizioni particolari per crescere, in particolare terreni umidi, luce solare, e 18-20°C di temperatura nel bosco. Questa è la situazione che si è verificata in Italia tra agosto e settembre, a differenza dello scorso anno quando la siccità ha lasciato a mani vuote ricercatori e appassionati. Per la Coldiretti le categorie porcini, finferli, trombette e chiodini saranno le tipologie più facili da trovare.
Quali sono le norme per la raccolta dei funghi
I coltivatori e le istituzioni hanno già diffuso inviti e suggerimenti per la ricerca dei funghi e la raccolta per hobby. In Italia la raccolta di funghi è disciplinata dalla legge 352 del 23 agosto 1993, modificata in seguito con il DPR 376 del 14 luglio 1995. È vietata la raccolta di funghi nelle riserve naturali integrali, nei parchi e nelle riserve nazionali e regionali. Le Regioni hanno emanato anche una serie di normative speciali per l’autorizzazione alla raccolta di funghi che prevedono il versamento di una quota ai fini dell’ottenimento di un permesso per la vendita. Ci sono delle prescrizioni da rispettare, in base alla Regione è previsto un limite massimo di funghi raccolti, inoltre non si possono usare strumenti che danneggiano l’apparato produttivo dei funghi (come i rastrelli). Inoltre i funghi raccolti non si possono mettere nei contenitori o nei sacchetti di plastica, per non accelerare il processo di decomposizione delle spore che causa un pericolo per la nostra salute.
Cosa fare con i funghi velenosi
I cercatori di funghi, soprattutto quelli alle prime armi, devono seguire tutte le regole per la raccolta e le indicazioni di tipo pratico. Gli esperti suggeriscono di non raccogliere i funghi giovani o quelli che presentano un cattivo stato di conservazione. Non bisogna mai fidarsi dei luoghi comuni sulla raccolta dei funghi e raccogliere solo quelli di cui sono note origine e natura. Le associazioni micologiche diffuse sul territorio nazionale sono tantissime, quindi in caso di incertezza è preferibile rivolgersi proprio a loro. Per quanto riguarda i funghi velenosi o presunti tali, gli esperti suggeriscono inoltre di non distruggerli, sono nocivi per gli esseri umani ma utili alla vita del bosco e dell’ecosistema.
Consumo di funghi: il decalogo del Ministero
Il Ministero della Salute ha redatto un decalogo per il consumo di funghi. Il vademecum invita ad acquistare i prodotti da un micologo professionista e di mangiare i funghi integri solo dopo una buona cottura. I funghi freschi possono essere congelati (per sei mesi circa) ma devono essere puliti e sbollentati. Attenzione ai funghi sott’olio che possono sviluppare il batterio del botulino.