Spesso sono le piante maggiormente esotiche che possono presentare una curiosità ma anche quelle spiccatamente particolari e difficili che in ambito del giardinaggio si rivelano spesse delle piccole sfide anche per chi è smaliziato tra piante e fiori, a partire dall’operazione che prevede la naturale condizione di innaffiare, magari le orchidee, tra le forme di fiori più particolari in senso assoluto, condizione che va compresa e come in altri contesti, interpretata conoscendo la pianta stessa.
Come innaffiare le orchidee infatti può sembrare una domanda abbastanza superflua, essendo apparentemente una forma di vegetale particolare, che se non adeguatamente idratato non solo non “vive bene” ma tende addirttura a deperire con facilità.
Esistono però dei metodi piuttosto conosciuti che possono essere applicati anche in contesti locali quindi in una pianta in vaso che grazie ad un po’ di inventiva possono essere conosciuti e resi concreti da tutti.
Sai come innaffiare correttamente le orchidee? Ecco il metodo giusto
Non esiste una sola specie di orchidea in quanto vengono chiamate con questo nome tutte quelle piante che fanno parte della grande famiglia delle Asparagales , gruppo relativamente recente che è “indipendente” da altre specie simili. Perchè la natura molto adattiva ma anche particolarmente “selvativa” dell’orchidea ne permette la classificazione e al coltivazione in cattività ma non per tutte le specie che la compongono, infatti oltre la metà delle orchidee presenti al mondo mantengono una forma di applicazione nei contesti selvatici.
Essendo piante che sono in grado di acquisire nutrimento sia dal terreno ma anche dall’ambiente ricostante è importante ricordarsi che le tradizionali orchidee che si trovano presso i negozi o le coltivazioni hanno bisogno di un buon grado di umidità. In generale la pianta ha bisogno di livelli paragonabili al 55-60 % di umidità abbastanza costante, e soprattutto quando questo livello si abbassa, è importante controllare il substrato ogni 3-4 giorni per controllarne lo stato.
Infatti l’umidità resta qualcosa di importantissimo, altrimenti la pianta non si sviluppa a dovere. Ed un metodo di innaffiatura prevede di immergere direttamente il vaso senza sottovaso in una bacinella di acqua a temperatura ambiente per almeno metà dell’altezza del vaso stesso. La pianta deve restare in immersione completa per almeno 15 minuti in modo che il terreno assorba acqua a dovere.
Dopodichè il tutto andrà lasciato “scolare” per diversi minuti in modo da evitare ristagni pericolosi che possono far facilmente marcire le radici, un vero e proprio problema conosciutissimo di queste piante.
Anche lasciare acqua nel sottovaso è un grosso problema quindi dopo aver riposto la pianta nel luogo originale bisognerà controllare anche questo.
Indicativamente bisogna ripetere il processo quando il terreno e la torba sottostante risultano essere totalmente asciutte, ovviamente più spesso in estate che in inverno.