Se il cibo italiano viene considerato uno dei miglior per gusto, tradizione e proprietà nutrizionali sicuramente la pasta recita una parte ancora più importante ed identitaria nella cultura del Bel Paese anche se oramai da tempo è diffusa in tutto il mondo, ed il concetto di pasta nostrano non è l’unico, anzi. Alcune forme di marca di pasta sono generalmente considerate più o meno buono di altre, in alcuni casi si è manifestato un vero e proprio ritorno al mittente della marca di pasta. Quale può essere una marca di pasta da non utilizzare?
In Italia generalmente si fa enorme attenzione a corrispondere controlli adeguati alla qualità, essendo la pasta mediamente diffusa ed a buon mercato (anche se i costi sono inevitabilmente aumentati da tempo).
Quale pasta va evitata? Proviamo a scoprirlo insieme.
Fai attenzione a questa marca di pasta: ecco di quale si tratta
In Italia qualsiasi forma di marca di pasta deve essere sottoposta a controlli molto rigidi e che spesso neanche sono considerati dal cittadino medio: la produzione di questo prodotto è infatti mediamente complessa anche se a carattere industriale, e generalmente ogni pasta è sicura a sufficienza.
Riconoscere la pasta buona è qualcosa di importante soprattutto se ne facciamo ampio ricorso. Per riconoscere la pasta di qualità bisogna prima di tutto controllarla esteticamente, la superficie deve essere mediamente non lucida ma piuttosto opaca, e se possibile leggermente ruvida, che evidenzia una forma di produzione naturale. Importante anche il colore, se tende verso l’aranciato o il bruno significa che il cereale è stato “cotto male” e quindi ha perso parte dei nutrienti, una pasta di semola tradizionale deve essere di colore giallo ma non troppo acceso.
Inoltre il colore deve essere omogeneo, senza sezioni nella pasta che sono di colore diverso, questo indica una rottura strutturale della stessa consistenza della pasta che in fase di cottura porterà senza dubbio alcune sezioni ad avere una consistenza ed un sapore leggermente diverso.
Anche in fase di cottura una buona pasta si può evidenziare da come lascia torbida l’acqua di bollitura, più è “pulita” questa, peggio è in quanto l’amido deve essere sufficientemente in grado di essere rilasciato quindi se è trasparente dopo la cottura non è assolutamente un buon segno.
Importante anche controllare la consistenza del pacco che deve essere sempre completamente integro, altrimenti possono essere subentrati i piccoli insetti noti come tarme della pasta, ossia le tignole